Grande scultura in bronzo massiccio Monello con libri sotto braccio firmato Emilio MARSILI

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Emilio MARSILI (1841/42-1926) Scultura in bronzo Venezia

firma incussa sulla base 

Emilio MARSILI (Venezia 1841/-Venezia

1926) 

Biografia delle Biennali di Venezia Esposizione 1895 

Venezia 

Nato e residente a Venezia , studio' in questa Accademia , indi fu a Parigi e a Bruxelles 

Orno' il grande salone del Palazzo Francetti con bassorilievi allegorici raffiguranti La Poesia, La Musica, l'Architettura e la Scultura 

A Venezia nel 1877 espose il gruppo " Triste Maternita' " che sta oggi nella Galleria Nazionale di Roma 

per la citta di Feltre esegui' i busti di Giuseppe Garibaldi e di Vittorio Emanuele 

Nella prima mostra Internazione di Venezia espose " Dolore " statua colossale per la tomba della Famiglia Ceresa 

nella seconda mostra " La Fede" 

nella terza mostra " Primi turbamento " che è ora nella Galleria D'arte Moderna di Parma 

è alto cm 50 

largo cm 18 profondo cm 13 

MARSILI, Emilio. – Nacque a Venezia il 1° febbr. 1841 da Antonio e Maria Cominotti. Dopo una solida formazione presso la classe di scultura di L. Ferrari all’Accademia di Venezia, nel 1877 si stabilì per qualche tempo a Parigi dove esordì quello stesso anno al Salon con un ritratto femminile e Un gamin de Venise (catal., p. 183), la cui stereotipata venezianità ebbe successo presso il pubblico francese. All’esperienza parigina, durante la quale il M. ebbe l’occasione di conoscere H. Chapu e P. Dubois, seguì un soggiorno belga (1879) durante il quale entrò in contatto con J. Van der Stappen e P. De Vigne, artisti la cui influenza emerge nella modellazione delle Stagioni per villa Errera a Bruxelles. Nel 1882 espose quattro opere alla Promotrice di Torino (catal., p. 27) – La prima prova, Vocazione, Scamiciato (quest’ultimo conservato oggi a Torino, Galleria d’arte moderna) e Che freddo! – che nel catalogo della Biennale veneziana del 1901 sarebbero state definite una «rappresentazione vivace ed elegante della vita infantile» (p. 119).

Anche nelle successive edizioni della Promotrice il M. restò fedele a un filone veneto-pittoresco evidentemente apprezzato dal mercato e da parte della critica. Nel 1891 espose, infatti, Te piaso?, un colorito busto in marmo (catal., p. 17), seguito nel 1902 dai bronzi Bambina e lo Strillone, presentati alla I Quadriennale di Torino (catal., p. 87); mentre nel 1908 espose il bronzetto Guardando il gregge (catal., p. 65). Nel 1911, oltre a presentare Monello all’Esposizione internazionale di Roma (catal., p. 56), il M. fu di nuovo alla Promotrice di Torino con i due piccoli bronzi Sulla riva del Canale e Bocciato, quest’ultimo riproposto anche in seguito, alla Biennale del 1909 (catal., p. 111) e del 1926 (catal., p. 80); si sarebbe congedato dalla città piemontese solo nel 1913 con La carità, un bassorilievo già in parte di gusto liberty che con tutta probabilità era fin da allora destinato alla facciata della chiesa della Pietà di Venezia, dove si trova attualmente.

Rientrò a Venezia sin dal 1878, collaborando con C. Boito al riallestimento di palazzo Cavalli Franchetti per cui il M. realizzò le allegorie della Musica, dell’Architettura e della Scultura destinate allo scalone d’entrata. Contemporaneamente portò a termine un busto di Vittorio Emanuele II (1879) per il municipio di Pordenone, che sei anni più tardi gliene avrebbe commissionato uno di Giuseppe Garibaldi (1885), attualmente conservato nel palazzo comunale.

Il primo vero riconoscimento italiano arrivò con Vocazione (ubicazione ignota), che nel 1881 si aggiudicò il premio Principe Umberto a Brera seguito nel 1882 dalla medaglia d’oro alla Künstlerhaus di Vienna. Nel 1887 Triste maternità, presentato all’Esposizione nazionale di Venezia (VII Esposizione nazionale, Venezia 1887, quadri e sculture, Milano 1887, p. 239) e subito acquistato dalla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, accreditò il M. come «un artista aristocratico» dotato di un «senso istintivo della misura che gli consente d’esser vivace senza sguaitaggini e severo senza durezze» (L’Esposizione artistica nazionale illustrata, 29 ag. 1887, p. 171). Emancipatosi dal romanticismo degli esordi, il M. seguì nella produzione di questo periodo un filone verista: è infatti un frate del suo tempo il Paolo Sarpi dell’omonimo monumento innalzato nel 1892 in campo S. Fosca a Venezia, non lontano dallo studio dell’artista (al n. 1837 di Cannaregio).

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epoca: 800
dimensioni: alto cm 50 largo cm 18 profondo cm 13
materiali: bronzo massiccio
Lo trovi in Bronzi e sculture antiche
quantita 1
riferimento #20068
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