Le porcellane di Meissen nel XVIII secolo

La porcellana nasce, si sviluppa e raggiunge la massima espressione artistica in Cina, a partire dal III secolo, rimanendo invece a lungo sconosciuta in Occidente.

Non a caso il termine porcellana compare per la prima volta ne il Milione di Marco Polo (1298) riferendosi, pare, al nome di una conchiglia del genere Cypraea, che per lungo tempo fu creduta essere una componente della ceramica. 

In Occidente si sperimentarono i primi tentativi di produzione tra il 1575 e il 1587 presso i giardini di Boboli, nel laboratorio allestito da Francesco Maria de' Medici, granduca di Toscana.
I ricercatori riuscirono ad ottenere una pasta vetrosa, e con una tecnica molto rudimentale produssero vari pezzi, boccali, acquamanili, vassoi, d'ispirazione orientale, dipinti prevalentemente in azzurro su fondo bianco, oggi rarissimi.

Fino ad allora l'unica tecnica di lavorazione conosciuta era quella a pasta tenera, il cui impasto era composto da elementi vetrosi (fritta) mescolati ad argilla o alabastro, e a marmo, calce, potassio, magnesio, alluminio, cotti a non più di 1100° C.




Invece la porcellana dura, simile a quella cinese, fu prodotta per la prima volta e per puro caso in Europa, alla fine del 1707 a Dresda, presso la corte dell'elettore di Sassonia Augusto il Forte. Nel laboratorio del castello di Albrechtsburg il barone Ehrenfried Walther von Tschirnhausen (1651-1708), affiancato dall'alchimista  Johann Friedrich Böttger, ne scoprì la formula. 

Dapprima essi ottennero un grès a pasta rossa (materiale ceramico duro e compatto), mescolando argilla refrattaria con terre fusibili, che Böttger chiamò jasper; in seguito sostituirono alla terra rossa un'argilla bianca, contenente caolino, resistente al fuoco e proveniente dalle vicinanze di Meissen, scoprendo così l'arcano della porcellana cinese e ciò che avrebbe rivoluzionato tutta la produzione della ceramica europea. 

Il caolino (così chiamato da Kao-ling, città della Cina, di cui è ricca) insieme a feldspati e quarzo (minerali presenti nelle rocce) cotti a temperature molto alte (1300-1400 °C) dà origine a un impasto, le cui caratteristiche base sono la durezza, la compattezza, l'impermeabilità e la traslucidità.

Nonostante i produttori tedeschi avessero celato la formula per un certo periodo di tempo, le più grandi botteghe, gradualmente, s'impossessarono della tecnica e da allora si incominciò a realizzare la vera porcellana a pasta dura traslucida e brillante come quella di Cina e Giappone, anche nel resto d'Europa.


Coppia di antiche tazze in porcellana con piattino manifattura di Sevrés

Coppia di antiche tazze in porcellana con piattino manifattura di Sevrés "Chateau de Tuileries" datate 1846


La manifattura di Meissen


Situata presso Dresda (Sassonia - est della Germania) e fondata nel 1710 da Augusto il Forte, il più grande mecenate e il maggior collezionista di porcellana della storia, con la denominazione di Königlich-Polnische und Kürfurstlich-Sächsisische Porzellan-Manufaktur (manifattura di porcellane regia polacca ed elettorale sassone), la manifattura di Meissen si configurò a partire dal secolo dei Lumi una delle più prestigiose produttrici di porcellane europee. Essa dettò tendenza di stile e rappresentò un punto di riferimento a cui guardarono, nei soggetti e nello stile, molte altre manifatture.

L'arco temporale 1735-1745 segnò, in particolare, gli anni dell'evoluzione: le rappresentazioni imponenti, legate alla statuaria tradizionale lasciarono il posto a figurine (Commedia dell'Arte e contadini) così nuove e anticonvenzionali per il soggetto, il modellato e gli atteggiamenti che hanno costituito ad oggi il genere e l'invenzione più originale di Meissen, imitate poi in tutta Europa. 

Inoltre in linea al fasto e allo splendore dell'architettura e dell'arredamento tardo-barocco e rococò, la porcellana ben si prestava alla decorazione degli interni di castelli e delle dimore signorili. 
Oggi la porcellana costituisce solo parte dell'arredo, ma nel xviii secolo intere sale furono adibite all'esposizione di essa e alcuni tipi di mobili ospitarono solo oggetti di tal genere. 
Lo stesso Augusto il Forte acquistò nel 1717 il Palazzo Olandese di Dresda per conservarvi la propria grande collezione di porcellane. 
Lo stesso Palazzo, in seguito detto Giapponese, non bastò più a contenere le collezioni reali di vasi colossali, animali a grandezza naturale e grandi servizi, per cui nel 1727 la nuova sede divenne il castello residenziale di Dresda.


Figurine in porcellana bianca Samson, Francia, epoca 1850, Meissen quality  
 
Figurine in porcellana bianca Samson, Francia, epoca 1850, Meissen quality

Figurine in porcellana bianca Samson, Francia, epoca 1850, Meissen quality



Dal 1962 la Porzellansammlung (collezione di porcellane) è ospitata nello Zwinger, complesso architettonico barocco voluto dallo stesso principe elettore. 
La più pregiata e completa collezione di ceramiche al mondo consta di più di 200.000 pezzi tra vasellami di provenienza orientale (Cina e Giappone) e porcellane di Meissen, i cui esempi di eccezionale bravura artistica ripercorrono la storia dello sviluppo dalla sua invenzione al tardo Ottocento.

Di particolare attrazione è la sala degli animali di Meissen: pavoni, leoni, aquile, scimmie, cagnolini da salotto a grandezza naturale i quali, insieme al celebre Servizio dei Cigni, si annoverano tra i pezzi più importanti della prima produzione della manifattura. 
Del secondo periodo sono le maschere della Commedia dell'Arte e fra le decorazioni più note i deutsche Blümen (fiori tedeschi) desunti dai libri di botanica. 
A partire dal 1745 ebbero larga diffusione le “scene galanti” tratte dai dipinti di Jean-Antoine Watteau (1684-1721), al quale risale l'invenzione del genere.
In una pittoresca atmosfera di boschi, giardini e frammenti di rovine del passato si stagliano figure di corteggiatori al cospetto della donna amata.

Con l'Ottocento comparvero nuovi soggetti, tra cui le figure mitologiche e i gruppi allegorici, mentre verso la fine del secolo si registrò un forte revival rococò per poi approdare alle prime prove Art Nouveau.
Attualmente è lo stato della Sassonia ad essere a capo della direzione artistica e commerciale della manifattura, che oggi è l'attrazione principale della città di Meissen.
Anche nella letteratura le porcellane di Meissen sono state oggetto di digressioni storiche e aneddoti; basti citare il romanzo Utz (1988) in cui Bruce Chatwin narra la storia del protagonista, un accanito collezionista, che cede solo raramente nel possedere altri tipi di porcellana, prediligendo di gran lunga il marchio Meissen.


Porcellana di Meissen raffigurante dama con moro e tavolino, Kaendler

Porcellana di Meissen raffigurante dama con moro e tavolino, Kaendler



I grandi modellatori di Meissen


Al servizio di Böttger fu Georg Fritzsche, destinato a divenire il più importante modellatore del primo periodo di Meissen, la cui collaborazione perdurò sino probabilmente al 1730. 
Sono note, a tal proposito, le rappresentazioni intorno al 1725 di personaggi polacchi, ungheresi, olandesi, o cinesi nei caratteristici costumi posti su un alto zoccolo, sotto cui è impresso il marchio della manifattura dell'epoca, ossia delle due spade (dallo stemma della Sassonia).

Del 1727 è la produzione dello scultore Johann Gottedo Kirchner, autore di statue di animali a grandezza naturale (elefanti, rinoceronti, leoni, scimmie, cani e uccelli) che arredavano le sale del già citato Palazzo Giapponese Reale. 
Ma la porcellana non era un materiale propriamente adatto alle grandi statue, causa la difficoltà d'esecuzione delle grandi proporzioni e dei rischi conseguiti dal calore, cosicché tali opere rimasero solo una curiosità. 

Il maggior esponente della pittura su porcellana in Europa fu Johann Gregor Häroldt che, vissuto tra il 1696 ed il 1775, dominò la scene di Meissen, per quasi vent'anni. 
Ai tempi di Böttger la tavolozza cromatica era molto rudimentale; Häroldt innovò con nuovi colori a smalto e toni di base, tra cui il famoso giallo, il porpora, il verde intenso, l'azzurro e il verde-mare. 
Tali colori furono molto usati su vasi e altri oggetti d'arredo, teiere e caffettiere, nel cui ambito Meissen creò pezzi molto belli, come le scatole di porcellana dipinte con scene cinesi, ambientazioni marine, animali e fiori in stile kakiemono (piccoli fiori colorati che risaltano su un fondo bianco).

Häroldt dipinse un suo mondo fantastico, popolato di figure e architetture esotiche ma declinò anche in rappresentazioni d'ambiente quotidiano, di scene portuali, animate da personaggi mentre sorseggiano tè e caffè o passeggiano, o scene di caccia con strani animali volanti, o ancora personaggi cinesi alle prese con la caccia alle mosche.


Johann Ehrenfried Stadler, porcellane di Meissen
Johann Ehrenfried Stadler, porcellane di Meissen - via kollerauktionen.ch



Verso il 1740 le incorniciature, motivi fino ad allora prettamente secondari, divennero sempre più sontuose, e in alcuni casi costituirono il motivo principale di decorazione, anche se già le raffigurazioni orientali disponevano di inquadrature importanti, come medaglioni, spesso in rosso o in oro, oppure in quell'originale lustro madreperlaceo che fu uno dei tratti distintivi di Meissen. 

Caratteristici dello stile del pittore sono i vasi a forma tipicamente orientale e decorati a cineserie, ma con pannelli incorniciati da un sottile filo d'oro, del tutto originali per il gusto nuovo e tutto settecentesco dei rapporti asimmetrici tra le piccole figure in un angolo e le grandi superfici unite. 

Nello stesso periodo si affermava anche lo stile di Johann Ehrenfried Stadler, noto per le sue cineserie a contorni scuri. 
Seguì il periodo detto “plastico”, impostosi principalmente grazie all'opera di J.G. Johann Joachim Kändler che, sino al 1775, dimostrò una particolare capacità di cogliere espressioni e spontaneità dei soggetti ripresi dal vero, creando un'originale serie di animali. 
I personaggi della Commedia dell'Arte italiana (per esempio Scaramouche e Colombina), i soggetti tratti dalle stampe in serie Cries of London e Cries of Paris (raffiguranti spaccati di vita popolare cittadina), le Arti Liberali, le Stagioni, l'Orchestra di scimmie sono tanti altri temi su cui si concentrò l'attenzione dell'artista, che si fece stimare per il sapiente e vigoroso modellato e per il vivace cromatismo. 


Statuina raffigurante capretta in porcellana di Meissen  
 
Marchio di fabbrica Meissen su statuina in porcellana raffigurante capretta

Statuina in porcellana raffigurante capretta, con marchio di fabbrica Meissen



Il conte Brühl (1735-1763) condusse la terza direzione della manifattura, sotto la quale il gusto rococò prese il sopravvento sul barocco; tipico dell'epoca fu l'intreccio simulato di vimini e il rilievo di fiori e figure dipinte nei bordi, come le pastorelle (tratte da Watteau), fauna e paesaggi su fondi.

Zuccheriere, caffettiere, samovar, boccette per profumo, pipe, tabacchiere, astucci furono largamente realizzati e intorno al 1735 prese forma il gruppo dei deliziosi galanterienwaren, che costituivano la peculiarità del XVIII secolo, oltreché  ninnoli e  regali prediletti dalle donne e dai loro corteggiatori.

Una delle espressioni in cui lo spirito dell'epoca meglio si espresse e che raggiunse risultati di altissimo livello fu la figura umana in porcellana; ancora oggi una donna graziosa viene detta “di porcellana”, per la delicatezza emanata dal volto e dalla pelle diafana. 

La materia si prestava bene alle sculture di piccolo formato e anche dal punto di vista pittorico il contrasto tra l'impasto bianco, la verniciatura brillante e il cromatismo variegato rappresentavano una peculiarità per il gusto del tempo.
I modelli s'ispiravano a Boucher e a Chardin oltreché al già citato Watteau: gruppi di popolani, scene teatrali, danzatori, ballerine, cavalieri, dame in crinolina e cacciatori popolavano i fondi di tanti pezzi dell'epoca, insieme ai gruppi diversi di personaggi della Commedia dell'Arte.


Statuina in porcellana di Meissen raffigurante personaggi in girotondo sotto l'albero  
 
Statuina in porcellana di Meissen raffigurante personaggi in girotondo sotto l'albero

Statuina in porcellana di Meissen raffigurante personaggi in girotondo sotto l'albero



Anche la tematica religiosa ben presto influenzò la produzione. 
Kirchner e Kändler negli anni '30 realizzarono figure di grandi e piccole dimensioni a carattere religioso. Tra le opere meglio riuscite del primo vi è una Pietà, ma si annoverano anche fontane da tavolo e casse da orologio. Particolari sono i vasi a grottesche dipinti con la lacca, lo stesso procedimento tecnico usato per le statue dei grandi animali. 

Dopo Kirchner, Kändler divenne l'incontrastato dominatore di Meissen; in seguito alla morte di Augusto il Forte, il numero della produzione degli animali a grandezza naturale diminuì radicalmente e nuove tendenze s'imposero sulla scena, come i servizi da tavola, di cui Kändler stesso ne fu ideatore e decoratore. Caratteristico il suo impiego di rilievi di maschere, figure e angeli applicati. Si tratta spesso di raffigurazioni desunte dal vero, anche di uccelli esotici (rondini, pappagalli, colombe, gabbiani, cigni) e ad oggi costituiscono parte delle più preziose e rare figure in porcellana. 

Molto noto è il Servizio dei Cigni, il cui modellato ricrea sapientemente il mondo mitologico del mare con divinità, delfini, Naiadi, amorini, cigni e conchiglie,  rendendolo più vicino ad un'opera di scultura che ad un servizio da tavola.

Una Nereide con una conchiglia rimane uno dei capolavori di Johann Friedrich Eberlein, il quale subentrò nel 1735, ma esercitò per meno di quindici anni a causa della prematura scomparsa  nel 1749.


Servizio dei cigni, Kaendler, porcellane di Meissen
Servizio dei cigni, Kändler, porcellane di Meissen - via meissen.com



Il 1736 segnò l'inizio del periodo più felice e fecondo dell'operato di Kändler e quindi di Meissen e per circa dieci anni la scelta dei soggetti ricadde quasi esclusivamente sui personaggi della Commedia dell'Arte, singoli o a gruppi.
Gli arlecchini e gli altri commedianti (solitamente mascherati) raggiunsero l'apice del livello artistico, anche grazie alla collaborazione di artisti particolarmente abili nella pittura decorativa di tali gruppi e figure, tanto che in nessun altro periodo e presso nessun'altra manifattura si raggiunse un tal grado di omogeneità tra modello e decorazione; una decorazione molto varia, tale da non poter trovare due figure uguali e basata principalmente su colori quali il rosso brillante, il nero, il blu e il giallo.
I soggetti sono colti in situazioni quotidiane, molto spesso giocose: Arlecchino nell'atto di bere e le varie danzatrici; Arlecchino e Colombina danzanti; Arlecchino seduto che tiene un salatino in mano, mentre Colombina gli afferra il naso finto; contadini, suonatori, musicisti su una panchina riccamente decorata.

Degni di nota sono anche i contadini danzanti, gli “olandesi” o “tirolesi”di Eberlein che, molto apprezzati, vennero copiati da Wegely a Berlino, da Bow, da Chelsea e anche in Cina.
La presenza di fiori in rilievo sullo zoccolo e fin sulla base permette di fornire una datazione sicura del pezzo a dopo il 1740, a differenza della produzione precedente caratterizzata dalla sola base bianca.


Coppia di antiche statuine porcellana d'arte Norimberga raffiguranti fiorai con vestiti settecenteschi

Norimberga raffiguranti fiorai con vestiti settecenteschi



Negli anni '40 si afferma lo stile rococò con i musicisti, i pastori e le figure di commedianti di Peter Reinicke (1743). 
Anche F.E. Meyer eseguì belle figure rococò, caratterizzate dalle teste piccole e dalle membra esageratamente allungate. In collaborazione con Reinicke e Kändler nel 1750 venne prodotta tutta una serie di gruppi di cinesi che risentivano sempre più dell'influenza del rococò francese. 

Gli anni tra il 1756 e il 1763 segnarono un pieno declino, a causa della guerra dei sette anni, conflitto di vaste dimensioni che vide opposte Gran Bretagna e Prussia contro Francia ed Austria e loro alleati, tra cui la Sassonia. 
Wiston Churchill definì l'evento come la prima vera guerra mondiale, in quanto combattuta su quattro continenti, dove le potenze in questione avevano possedimenti coloniali. 

In quest'arco di tempo Meissen continuò a risentire dell'influsso francese; nel 1764 in particolare giunse dalla Francia Michel-Victor Acier, il quale affiancò Kändler nel ruolo di maestro modellatore. La sua ispirazione romantico-sentimentale corrispondeva al gusto dell'epoca ed egli fu il modellatore più seguito di allora. 

Tipici di quegli anni furono i candelabri in bronzo dorato con fiori di porcellana.
Ebbe poi larga diffusione lo stile impero francese dell'Ottocento, e dal xx secolo, accanto ad una linea moderna perdura la produzione tradizionale.


Prezioso antico lampadario porcellana Meissen con angeli epoca

Prezioso antico lampadario porcellana Meissen con angeli epoca



Gli Hausmaler


Tipiche della prima metà del XVIII secolo sono anche le scene galanti dipinte su porcellana dagli Hausmaler (pittori artigiani), che compravano le porcellane bianche direttamente dalla fabbrica. 
Un Hausmaler (detto anche pittore a domicilio) era molto spesso un artista di grandi capacità tecniche a cui era affidato, a volte direttamente dalla fabbrica, il compito di dipingere sulla porcellana. 
Tali artigiani non avevano formazione accademica, ma dotati di tecnica stilistica  propria e individualistica rispetto a quella di fabbrica.
Alcuni di questi erano proprietari di grandi laboratori, altri invece erano dilettanti; capitava spesso che appartenessero al ceto nobile e che si dedicassero per loro piacere personale all'arte della pittura. 

Soprattutto a Meissen la pittura artigianale assunse un ruolo decisamente importante, in quanto alla manifattura tedesca veniva comodo disfarsi di quei pezzi visibilmente difettosi, a causa per esempio di una cottura o una modellatura non corretta.
Inoltre altre porcellane, perfette ma con decorazione in rilievo ormai fuori moda, come quelle di Böttger, non venivano più dipinte presso la fabbrica.

Quando però la fabbrica stessa si rese conto del successo di tali lavori, cercò nell'immediato di contrastare il mercato della porcellana bianca, sino ad attuare una campagna diffamatoria nei confronti degli hausmaler definendoli “pittori clandestini”. 
Di conseguenza essi divennero ben presto piuttosto rari a Meissen.
Tornarono in auge allorché i centri produttori ripresero la vendita nella seconda metà del XIX secolo, mettendola sul mercato delle aste.


Antico trittico di vasi in porcellana con puttini, Francia, metà 900

Antico trittico di vasi in porcellana con puttini, Francia, metà 900



Ad Augsburg, capitale della lavorazione dell'oro e dell'argento, in cui i doratori raggiunsero alti livelli anche nelle dorature su porcellana, la pittura artigiana fu applicata quasi esclusivamente su pezzi di Meissen. 
Tra gli hausmaler più importanti di Augsburg ricordiamo J. Aufenwert, che lavorò nel periodo di Böttger, e nota è la sua predilezione per le scene mitologiche e galanti nello stile di Watteau.
Esistevano anche pezzi firmati dai pittori di Meissen, non destinati al commercio, ma adibiti probabilmente all'arredamento della propria dimora.

Una tecnica particolarmente diffusa a Meissen fu quella “del diamante”, usata da August Otto Ernst von del Busch, canonico del duomo di Hilesheim, il cui diletto nella decorazione su ceramica lo condusse ad acquisire particolari capacità tecniche.
Essa consisteva nell'utilizzo di un diamante per incidere un disegno, ripreso generalmente da stampe, direttamente  sulla porcellana.
Le opere di Busch oggi sono purtroppo una rarità a causa della distruzione a cui andarono incontro durante la Seconda Guerra Mondiale.


Il Biscuit


La ventata neoclassica e il rinnovato interesse per l'arte greco-romana dell'epoca  con la sua purezza e bianchezza del marmo, proprie delle statue antiche indussero molte manifatture, tra cui Meissen, all'inizio degli anni '70 -'80 a sperimentare l'uso della massa fredda della porcellana non verniciata e non dipinta, denominata biscuit.

Il biscuit si prestava bene alla modellazione di busti e ritratti, infatti mentre nel periodo rococò ne furono eseguiti pochi, negli ultimi venticinque anni del XVIII secolo la riproduzione di tal genere fu una costante.


Coppia di stupende ceramiche in biscuit, epoca XIX secolo, raffiguranti nobiluomini durante il ballo in maschera di carnevale 
 

Coppia di stupende ceramiche in biscuit, epoca XIX secolo, raffiguranti nobiluomini durante il ballo in maschera di carnevale


Scritto da Manuela Alotto


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