L'oggettistica e i marchi di fabbrica di Meissen



L'uso della porcellana, come abbiamo detto, era destinato particolarmente al servizio da tavola, composto da piatti, zuppiere, tazze, saliere, zuccheriere, ampolline per olio e aceto, che imbandivano le ricche tavole settecentesche. Ma si diffusero anche servizi ornamentali, lampadari, candelabri, cestini.

Le saliere, ad esempio, erano spesso sostenute da figure, quasi sempre in coppia e molto in voga erano i negretti che sostenevano i vasi. 

Fin dai primi tempi si realizzarono anche bottiglie da liquore, poggiate ad uno zoccolo barocco. Negli anni 1725-1730 Fritzsche creò a Meissen una curiosa botticella con un supporto costituito da quattro figurine cinesi e con decorazioni a cineserie e paesaggi; ne esistono in diversi esemplari e spesso il coperchio è sormontato da un piccolo Bacco.


Candelabri


Eseguiti a volte come pezzi isolati e a volte insieme ai servizi, poggiati  sui tavolini gueridon (arredi molto eleganti e aggraziati, di derivazione francese  della metà del XVII secolo) o sui caminetti.


Lampadari


Meissen ha fabbricato pochi lampadari di porcellana di una certa importanza, decorati con i classici fiori ed uccellini; molte volte montati su struttura in bronzo dorato di manifattura francese. 

A Meissen sono stati forgiati inoltre oggetti sacri e liturgici, come un servizio per altare (1737) comprendente crocifisso, candelieri, calice e figure di apostoli per l'imperatrice Amalia ed altri simili completi per la cappella del palazzo Taschenberg a Dresda.


Prezioso antico lampadario in porcellana Meissen

Prezioso antico lampadario in porcellana Meissen


Manici di posate e vasellame


Nei grandi servizi anche i manici delle posate erano di porcellana, come nel Servizio dei Draghi di Augusto il Forte, mentre rari sono i cucchiai di porcellana, decisamente troppo fragili e forse anche perciò ce ne sono pervenuti relativamente pochi. Abbondante invece il vasellame con coperchio per condimenti e creme, salsiere e porta-uova. 

Si produssero anche delle conchigliette che dovevano servire per lavare e rinfrescare gli occhi.
Molto in voga erano anche le bacinelle di porcellana, adibite ad uso igienico, o anche le cache-pot, oggetti molto apprezzati e ricercati che ebbero un posto importante nella produzione francese, ma anche a Meissen ne furono prodotte in un certo numero. 
Usate come giardiniere e riempite con vasi di fiori erano decorate con maschere e arabeschi, ad opera di Kändler.


3 antichi piatti porcellana di Meissen

3 antichi piatti in porcellana di Meissen, con marchio della manifattura sul retro


Oggetti da regalo


L'uso di fare regali preziosi era molto diffuso già nel XVII secolo e durante il secolo successivo si affermò quale consuetudine.
Le tabacchiere furono, senza dubbio, tra gli oggetti di maggior diffusione; non erano solo le donne a farne dono, ma anche gli stessi nobiluomini ne commissionavano per loro uso privato, o per farne omaggio ad amici. 

All'interno della tabacchiera spesso era dipinto il ritratto del donatore, che poteva anche essere eseguito in rilievo sul coperchio. I primi esemplari si presentavano sagomati, rigonfi o rotondi nelle forme barocche, poi verso la metà del secolo per ragioni pratiche si incominciò a dargli una forma rettangolare o ovale. 

A Meissen, già nel 1725 Häroldt realizzava scatole porta-sigarette, che troveranno largo riscontro nell'800, spesso dorate all'interno e alcune con fondo colorato, decorate con cineserie. 


Porcellana d'arte da collezione raffigurante capretta, in porcellana di Meissen
 
Porcellana d'arte da collezione raffigurante capretta, in porcellana di Meissen

Porcellana d'arte da collezione raffigurante capretta, in porcellana di Meissen


Portaaghi


La moda di regalare alle donne piccoli astucci per gli aghi o per i ferri da calza, montati in oro, oppure meno preziosi in argento o rame dorato, esprimeva bene quanto il ricamo e i lavori a mano in genere fossero il passatempo prediletto dalle nobildonne del XVIII secolo.
A Meissen e in quasi tutte le fabbriche tedesche se ne produssero in notevole numero, tuttavia questi lavori sono rimasti in Germania quasi una rarità.

 

Boccali da birra


Il boccale affonda la propria origine in Europa nel xiv secolo, in concomitanza delle necessarie norme sanitarie adottate contro il contagio della peste bubbonica, favorita dagli insetti che contribuivano alla diffusione. Per preservare la bevanda fu montato il coperchio sopra il boccale, caratteristica che divenne una costante in tutte le produzioni. 

I boccali si inseriscono nella produzione più preziosa della porcellana di Meissen; i primi, a forma cilindrica, furono fabbricati con la “pietra rossa” di Böttger.


Statuina in porcellana di Meissen - girotondo sotto l'albero
 
Statuina in porcellana di Meissen - girotondo sotto l'albero

Statuina in porcellana di Meissen - girotondo sotto l'albero


La decorazione


La decorazione sulla materia bianca aveva un impiego piuttosto ridotto, al fine di valorizzarne la preziosità e delicatezza. Nonostante ciò, nella produzione di Meissen, parimenti a quasi tutte le fabbriche nate all'alba del secolo XVIII, venne fatto uso di due indirizzi decorativi: il primo d'ispirazione orientale (Cina, Giappone e Corea); il secondo, prettamente europeo con fiori, uccelli, paesaggi, scenette tipiche della cultura occidentale.
Per ciò che concerne il primo, l'influsso giapponese fu molto più intenso rispetto a quello cinese. 
Soprattutto due generi decorativi giapponesi determinarono l'influenza sul gusto europeo: lo stile kakiemon, dal nome del celebre vasaio Sakaida Kakiemon, attivo verso la metà del XVII secolo e lo stile Imari, il maggiormente adottato, dall'omonima città nella regione di Hizen. 

Il primo stile è composto generalmente da figure, animali e fiori, senza cedere mai all'esubero; infatti i motivi, dai colori azzurro-verde all'azzurro chiaro, al violetto, al giallo-grigio fino al rosso si dispongono solo su una piccola porzione del campo, risaltando nella lucentezza del fondo bianco.
Lo stile Imari è più ricco e sontuoso (colori rosso, blu sotto la vernice e l'oro); qui predomina una decorazione molto intensa, non lasciando quasi trasparire il colore di base del materiale.  

Alle volte i motivi giapponesi furono dipinti da artisti di così alto livello, che oggi un conoscitore non molto esperto potrebbe essere indotto in errore sull'origine europea di certi pezzi. 
La modalità della stesura del colore è una caratteristica che può agevolare l'attribuzione di un prodotto. Infatti i colori giapponesi hanno una consistenza materica più spessa, quasi in rilievo, percepibile al tatto, e non si amalgamano bene con l'invetriatura; viceversa ciò accade per i colori europei.

I pittori di Meissen riuscirono ad imitare perfettamente dal punto di vista stilistico e tecnico anche gli originali cinesi, come ad esempio la decorazione nella tipologia a smalto della “famiglia verde” e della “famiglia rossa”, a tal punto che gli stessi intenditori possono incorrere in difficoltà nel distinguere le copie.

 
3 piatti porcellana Tedesca Dreden finissima porcellana di Sassonia

3 piatti porcellana Tedesca Dreden finissima porcellana di Sassonia


I marchi di fabbrica


La prima produzione di porcellana della manifattura tedesca non possedeva alcun marchio di fabbrica. 
Solo nel 1724, evidentemente a protezione dalla concorrenza sempre crescente di Vienna, fu impresso il ben conosciuto marchio in azzurro con le due spade incrociate, simbolo del grado di Elettore, che i re di Polonia ancora detenevano; tuttavia in quel tempo il marchio non fu imposto ancora su tutti gli oggetti prodotti. 

Oltre ai marchi di fabbrica troviamo spesso in molte manifatture oggetti siglati o firmati dal modellatore, o dal pittore e anche riportanti la data di fabbricazione, ma i  più famosi artisti hanno firmato solo raramente le loro opere. 
A Meissen molti vasi e gran parte del vasellame, destinati sia all'uso privato del principe sia a quello di altri principi, amici o parenti, erano contrassegnati dal monogramma “AR”(Augusto Rex). 
Mentre le sigle successive alla morte dell'Elettore furono “KPM”(Königlich Porzellan Manifactur) o “MPM” (Meissner Porzellan Manifactur). 


Scatolina in porcellana di Meissen con decorazioni blu
 
Marchio Meissen su scatolina in porcellana, due spade incrociate

Marchio Meissen su scatolina in porcellana, due spade incrociate


I prodotti destinati all'esportazione, invece, presentavano la verga di Esculapio (il dio romano identificato nel greco Asclepio, effigiato con barba, capelli ricciuti e appoggiato ad un bastone a cui si avvolge un serpente).
Il marchio Johanneum fu impresso solo per alcuni anni, dal 1721 sino al 1725; composto da una lettera (che indicava il genere della materia: una W per la porcellana bianca e una R per la terra rossa di Böttger) e da un numero, riferiti all'inventario della vasta collezione di porcellane di Augusto il Forte.

Il monogramma FA (Friedrich August, figlio di Augusto il Forte) fu invece utilizzato solo nel 1733, cioè nel breve tempo intercorso tra la morte di Augusto il Forte e l'elezione del figlio, a re di Polonia, avvenuta nello stesso anno.
Furono fatti anche applicare sulle porcellane i differenti marchi di proprietà per indicare le diverse mense di corte alle quali erano destinate, a Dresda o a Varsavia.

Nel periodo accademico, a partire dal 1756 e sino al 1780, detto anche “periodo del punto”, compare il nuovo marchio nei colori dell'azzurro, rosso ed oro con l'aggiunta di un punto sotto all'incrocio delle due spade, sostituito da una stella nell'ultimo venticinquennio e sino al 1814. 
Oggi le due spade incrociate sormontano la scritta MEISSEN MANIFAKTUR.

 

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